Parrocchia di Tiser
Salendo da Agordo in direzione Rivamonte, andando oltre l’abitato, ci si muove convinti di raggiungere Gosaldo o il passo Cereda…invece, a f.lla Franche, si ha modo di entrare in un mondo diverso, inaspettato, dove la storia si perde ora fra le fronde del bosco.
Basta scendere brevemente seguendo le indicazioni, per scorgere un abitato dal nome insolito, se si vuole, capace immediatamente di suscitare stupore e curiosità: Tiser.
E’ la più piccola delle nostre comunità cristiane del Pói, ma solo per numero di abitanti! La sua storia, infatti, ci riporta decisamente indietro nel tempo…addirittura alla Repubblica di Venezia! La popolazione viene infatti nominata per la prima volta in un documento del 1148, quando ci viene attestato come formasse una “regola”.
Le origini
Una prima chiesa dedicata a S. Bartolomeo, il Patrono attuale, venne edificata probabilmente già nel sec. XIV, in stile gotico, con l’abside rivolta ad oriente ed affrescata.
Nel corso dell’epidemia del 1547 – 1549 subì dei restauri e nel 1627 l’altare venne completamente rifatto.
La dedicazione della chiesa porta la data del 14 agosto 1568, ma l’anniversario si celebrava nel giorno di S. Cecilia. Attorno, si estendeva il cimitero.
Nel 1662, nel corso della visita pastorale, il vescovo Berlendis dispose la costruzione di una nuova chiesa o l’ampliamento dell’attuale, divenuta insufficiente, considerata l’idea di erigere il villaggio a parrocchia.
Negli anni 1664 – 1666 l’edificio venne così allungato e portato a compimento verso la fine di quel secolo. Venne commissionato l’altar maggiore (del 1685), quello laterale del Rosario (del 1705) che si conserva tuttora nella cappella laterale entrando, il secondo a destra. Nel 1701 venne rinnovato pure l’altare di S. Rocco.
Nella seconda metà dell’Ottocento, la chiesa venne restaurata ed il coro rifatto, commissionando allo scultore zoldano Valentino Panciera Besarel le due statue dei Ss. Pietro e Paolo. Due tele del Da Rin di Vigo di Cadore (del 1921) ornano attualmente i due altari entrando a destra: il primo, delle Anime Purganti ed il secondo, di S. Giuseppe. La zona absidale venne affrescata nel 1947 dal prof. Barberis.
La chiesa di Tiser
La chiesa di Tiser, così come le altre di questo nostro vasto territorio, era officiata dai parroci di Agordo quattro volte l’anno: nell’anniversario della dedicazione, nella festa del titolare e nei giorni fissati per il precetto pasquale e per la raccolta delle primizie per il loro sostentamento.
Per un periodo, ebbe un sacerdote unico con Rivamonte fino a quando, il 12 settembre 1636, gli abitanti ottengono la facoltà di eleggersi un sacerdote proprio, al quale spettava la celebrazione della Messa, le sacre funzioni e l’insegnamento della dottrina ai fanciulli. Solo nel 1641 gli verrà concesso di confessare, amministrare l’unzione degli infermi, distribuire l’Eucaristia e completare il suo servizio per il bene delle anime.
Nel 1655 viene concesso il battistero, con l’obbligo per il sacerdote di “ricever l’acqua benedetta dal fonte baptismale della parrocchiale di Agordo per mano dei Curati nel sabbato santo e nel sabbato della pentecoste” ed allo stesso tempo gli si permetteva di assistere ai matrimoni con il consenso dei parroci della chiesa matrice di Agordo e previe pubblicazioni ad Agordo nella chiesa arcidiaconale ed a Tiser e che la registrazione degli atti avesse luogo nella pieve.
Domenica 13 agosto 1662, in occasione della visita pastorale del vescovo, il comune riunitosi in assemblea invoca l’erezione della parrocchia, presentando successivamente un’istanza in cui si rimarca la richiesta motivandola con la notevole distanza dalla pieve rurale di Agordo e le difficoltà del viaggio, per cui molti erano morti senza la consolazione dei sacramenti ed i cadaveri erano rimasti per vari giorni insepolti, oltre a differire di molto il battesimo dei bambini.
Il vescovo, consultato il clero, il 13 novembre 1662 erige Tiser a parrocchia, con la condizione che il comune paghi ogni anno una “tassa” ai parroci di Agordo ed offra un cero all’arcidiacono.
Al sacerdote residente è imposto l’obbligo di recarsi ad assistere alle funzioni nella chiesa arcidiaconale nei giorni di S. Pietro e della Natività di Maria, anniversario della dedicazione della chiesa stessa. Dal 1662 al 1796 la parrocchia venne servita dai curati, mentre dal 1797 abbiamo la successione dei parroci. Da allora, solo negli anni 2011 – 2013 si ebbero due sacerdoti amministratori parrocchiali, mentre i parroci succedutisi sono in totale dodici.
Fonti tratte dalla monumentale “Storia dell’Agordino” di don Ferdinando Tamis (vol. II, Vita religiosa, Nuovi Sentieri Editore, 1981) e rielaborate dal parroco.