Una poetessa e saggista canadese tuttora vivente, Anne Carson, nella sua vasta produzione letteraria e nel corso del suo insegnamento, ha più volte ripreso l’importanza del viaggiare, esperienza di vita capace decisamente di plasmare il corso dell’umanità. Essenziale ed insieme profondo è il suo invito: l’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso. Tante parole si potrebbero scrivere al riguardo, molteplici le sfumature da cogliere…limitiamoci ad un dato essenziale: a partire dal 2014, ad esclusione dei ben noti e tristi 2020 e 2021, ogni anno un gruppo di minimo 50 persone – la maggioranza delle quali dalle nostre comunità – ha raggiunto nuove méte, ascoltato voci diverse, assaporato la storia, colto i profumi, cercato la bellezza, vissuto la fraternità. Alessandro, l’autista siciliano che stavolta ci ha accompagnati, ad un certo momento si è rivolto al nostro don dicendogli: ma la Chiesa non è anche questo? Costruire legami e relazioni? Tralasciamo la risposta del nostro, che ben possiamo immaginare!
E così eccoci giunti all’alba di giovedì 05 ottobre, secondo l’ormai assodato schema del viaggio parrocchiale dal giovedì alla domenica…pronti per raggiungere una terra per noi distante, ma vicina nell’attesa e nel desiderio di conoscere, immergendoci appieno nell’intenso programma di ogni giornata. Subito si presenta al gruppo un tratto non indifferente che accompagnerà l’intera esperienza: ancor prima di conoscerci, la competente ed appassionata guida Roberta dai tratti dolci ed il simpatico e “compagnone” autista Alessandro ci raggiungono con un selfie dall’aeroporto di Palermo, desiderosi di incontrarci. La Sicilia è stata anche questo per noi: un rincorrersi vivace di sguardi, battute e sorrisi fra noi “dolomitici” e coloro che ci hanno accolti, in un singolare clima di simpatia.
E così, in un continuo dinamismo fra storia, paesaggi, azzurro di ogni gradazione, pasti indimenticabili ed il mattutino canto del gallo che ci ha fatti sentire un poco a casa, il gruppo si è mosso alla scoperta di ineguagliabili ed affascinanti bellezze. La visita pomeridiana del primo giorno a Palermo, con gli scorci di un vissuto così diverso dal nostro e la prorompente bellezza della Cappella Palatina di epoca normanna…ma anche l’accenno e la sosta presso la tomba del beato don Puglisi, semplice prete dallo sguardo gravido di speranza e di evangelica audacia per il bene della gente a lui affidata, assassinato il 15 settembre del 1993…guarda “caso” nel giorno della Madonna Addolorata, Patrona di Gosaldo.
Il secondo giorno è invece iniziato in una fondazione dell’antica città di Troia: Segesta. Con il suo intatto ed imponente tempio, ma anche con quell’ impareggiabile teatro romano che la nostra preparata guida ci ha portato a sognare attraverso le ricostruzioni degli storici. Poi su ad Erice, ad un’altitudine a noi decisamente più consona, “cucuzzolo” abitato dal fascino medievale. E poi ancora Trapani, concludendo col tramonto alle saline dello Stagnone, incuriositi dagli operai che con le loro baréle sono impegnati nella raccolta del sale.
Il terzo giorno, affascinati ormai dalla storia e dalle sue singolari ed intramontabili vicissitudini, eccoci nel più significativo sito archeologico d’Europa…Selinunte! E così la narrazione ci riporta agli antichi fasti di una città riportata alla luce solo in minima percentuale rispetto alla sua estensione geografica, che senza dubbio conserva il fascino di una gloria che è stata…tanto da spingere il don ad avventurarsi in un “giretto da discolo” fra i resti dell’enorme tempio dedicato a Zeus, padre degli déi dell’Olimpo. Ma l’uomo non vive di solo passato, pur invitato sempre a conoscerlo…sperimenta un oggi fatto di storie capaci spesso di intrecciarsi fra loro. Ed eccoci quindi a Mazara del Vallo e a Marsala, città nota non solo per la produzione enologica, tutt’altro!
Il tempo ormai stringe, all’orizzonte già si immagina il rientro a casa, ma la quarta giornata si presenza come sigillo sull’intero nostro tour…la passeggiata mattutina alla riserva dello Zingaro offre scorci di straordinaria bellezza naturalistica, dove i colori del mare paiono intrecciare dialoghi amorosi col rossiccio della terra. Poi eccolo, l’abitato di S. Vito Lo Capo, perla a cui forse il turismo di massa ha tolto un poco di fascino antico da borgo di pescatori…il pranzo è di quelli da narrare, decisamente! E qui, dove ancora una volta la vita degli uomini ha visto intrecciarsi devozioni remote nella storia, incursioni e moderna necessità di assaporare il riposo immersi nella natura spesso ancora incontaminata, abbiamo concluso il nostro viaggio dell’autunno 2023 con la celebrazione della Messa nel Santuario – Fortezza…il volo da Trapani ci risolleva dall’ammirata terra siciliana per farci risalire il Bel Paese e tornare lì dove sono le nostre radici, il nostro vivere e pure il desiderio del ripartire per nuove destinazioni, come persone e come parrocchiani in cammino…prendendo coscienza della verità delle parole di un altro scrittore, stavolta francese, a cavallo fra Sette ed Ottocento, Alphonse de Lamartine: “Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita!“