In questa giornata, in tutte le diocesi del Triveneto e quindi anche per la nostra Chiesa locale, verrà introdotto l’uso della terza edizione del Messale Romano. Essa si presenta ancora una volta quale strumento principale per la vita celebrativa delle nostre comunità.
In quest’ottica, ripresentiamo le parole che il nostro parroco ha voluto pubblicare sull’agenda di domenica scorsa, 22 novembre, proprio con sguardo verso la novità che oggi muove i primi passi.
“Carissimi parrocchiani,
lasciate che vi raggiunga stavolta con questo saluto, ma anche con un tema che mi sta particolarmente a cuore. La nostra identità di comunità passa certo attraverso i gesti che siamo chiamati a compiere e che richiamano la nostra adesione al Vangelo (penso a tutte quelle attenzioni reciproche nelle comunità, agli sforzi di vivere alcune occasioni di scambio fra comunità, il cercare di costruire la comunione fra parrocchie sorelle vincendo le chiacchiere maligne e che creano divisioni, l’attenzione ai nostri anziani in varie forme e servizi, il catechismo seppur al momento “sospeso”, l’agire dei giovani nelle molteplici sfumature…). Ma il momento più alto, che è dono allo stato puro, nel quale si riversa la Grazia del Signore è il nostro riconoscerci convocati quale assemblea per la Messa, soprattutto quella domenicale e festiva. L’Eucaristia è il perno, il fondamento della nostra vita di credenti! È atto di fede che costa anche qualche fatica, e chi lo nega? Ma rimane il cuore pulsante delle nostre comunità. Nel celebrare si riconosce quel dinamismo e quel legame singolare fra popolo di Dio e ministro, chiamato a presiederlo. In parole più concrete e “nostrane”: fra noi tutti, voi ed il vostro prete! Domenica 29 novembre prossimo, quindi, entrerà in uso nella nostra diocesi di Belluno – Feltre e dunque nelle nostre comunità cristiane, l’ultima edizione del Messale Romano, strumento “principe” per l’assemblea convocata attorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia per incontrare il proprio Signore e Maestro vivente ed operante nella Chiesa. Il nuovo testo, presenta una caratteristica fondamentale che sottende a questa edizione: cercare di essere il più possibile “comprensibile” e “fedele” alla lingua parlata e quindi all’assemblea riunitasi per celebrare.
In quest’ottica, alcuni passaggi linguistici cambieranno rispetto a quella che è la nostra “abitudine”, termine che sapete bene non amo per nulla per ciò che riguarda la liturgia e quindi il nostro celebrare! Se mi “abituo”… lo stupore di fronte a ciò che vado a celebrare e vivere come comunità…va decisamente a…”farsi benedire”!
Strumento che senz’altro ci aiuterà in questo passaggio, sarà il foglietto che utilizziamo nelle nostre Messe e che ovviamente riprenderà i vari cambiamenti in atto. Sarà bene educarci quali comunità a queste “novità”, che non vogliono assolutamente “stravolgere”, bensì aiutare ad entrare ancor di più nel dono della Messa!
Nelle nostre comunità, devo ammettere anche con un pizzico di “orgoglio” che si riesce a vivere bene la Messa…vi ringrazio per questo!
Auspico alcune piccole e semplici attenzioni, che possono aiutarci ad entrare meglio nel mistero che ci è affidato e che riprendo insieme a voi: rispondere al celebrante non dovrebbe essere un’opzione, ma ci aiuta a vivere la dimensione “dialogica”. La puntualità ci educa ad avere a cuore l’appuntamento comunitario: mi preparo…per! I gesti non sono a discrezione del singolo, ma richiamano il nostro essere assemblea. Proviamo, ad esempio, ad inginocchiarci al momento della consacrazione tutti insieme, lì dove riconosciamo l’indicazione anche sul foglietto, che può aiutarci in questo. Oppure seguendo la gestualità, quando il celebrante stende le mani sul pane e sul vino invocando lo Spirito Santo. Si tratterà di passaggi semplici, ma efficaci!”