Nelle ore centrali di oggi, solennità dei Ss. Pietro e Paolo, custodi e testimoni eminenti della Chiesa nonchè Patroni dell’Agordino, le nostre comunità sono state attraversate da un fremito di commozione mista ad affetto e gratitudine.
Siamo infatti stati raggiunti dall’inaspettata notizia di come don Fabio Cassol abbia concluso il suo pellegrinaggio terreno, a 85 anni di età e ben 59 anni di sacerdozio come ieri.
Egli ha prestato il proprio servizio e ministero pastorale nelle comunità di Voltago, Frassenè e Gosaldo dal 2001 al 2008, giungendo oltretutto a Voltago dopo la partenza di don Stefano Gorzegno, rientrato in Molise dopo il quinquennale servizio alle pendici dell’Agner.
Quando ci incontravamo, mai mancava di chiedere delle comunità che aveva servito: di questo sono davvero testimone! Così come la nostra gente lo ricorda per quelle distrazioni che talvolta lo caratterizzavano strappando anche un sorriso, la sua generosità che ogni tanto aveva bisogno di essere un po’ più “pensata”, la sua predilezione per l’Albania, verso la quale i vari pulmini parrocchiali son partiti con i gesti di concreta solidarietà profusa dalle nostre comunità.
Soprattutto non possiamo tacere la sua particolarissima e sincera devozione mariana, che in alcune circostanze ci ha portati a manifestare le diverse visioni, se devo dirla tutta. Medjugorje era per lui “luogo del cuore e di famiglia”, dove lasciarsi guidare dall’affidamento semplice ed autentico alla Vergine Madre.
E’ stato promotore e sostenitore di alcuni interventi di decoro ed attenzione alle nostre chiese, specie quella di Voltago, dove lo ricordiamo amico sincero di Cherubino Miana, che tanto si è speso per le nostre comunità del Pói, anche a Riva e Tiser insieme a don Vincenzo Da Ronch.
In una delle sue ultime telefonate, mi ha rimarcato il sincero apprezzamento per il cammino e la quotidianità delle nostre comunità, di cui leggeva molto volentieri sul bollettino. Confratello discreto, mi ha personalmente manifestato vicinanza in alcuni frangenti particolari della vita delle nostre comunità, con parole di sostegno ed incoraggiamento, mantenendosi sinceramente rispettoso. Non avevamo la stessa visione di alcuni aspetti della vita pastorale e ce lo siamo detti anche con forza – in un frangente o due – però continuava a ricordare sia le comunità che il proprio successore. Addirittura dicendomi a mo di battuta…”sono uno dei pochi tuoi predecessori ancora viventi!” (insieme a don Paolino e don Lino).
Le nostre comunità elevano la preghiera di suffragio ed affidamento per il bene che egli ha profuso in mezzo a noi, riconoscendo i tratti di personalità che appartengono a ciascuno di noi. Ci uniamo alla preghiera della Chiesa diocesana, che martedì 2 luglio prossimo, alle ore 15, in Cattedrale a Belluno lo affiderà al Signore della Vita, al quale don Fabio si è donato con generosità.
A – Dio, don Fabio!
don Fabiano