Salutiamo Betlemme ammirando un cielo di un azzurro intensissimo e iniziamo la giornata con la maratona di Betlemme vedendo sfrecciare gli atleti nei pressi dell’hotel.
Dopo aver caricato i bagagli partiamo in direzione di Abu Gosh transitando anche per una strada che taglia in due un paese.
La nostra guida ci racconta che un ebreo che va via Gerusalemme dice una frase in ebraico che è un augurio di tornare l’anno successivo. Chissà che possa essere un augurio anche per chi di noi vorrà tornare.
Ci fermiamo ad Abu Gosh, uno dei tre siti che fa memoria dell’incontro di Gesù Risorto con i discepoli che da Gerusalemme, delusi, tornano ad Emmaus.
Partecipiamo alla Messa nella chiesa crociata di Emmaus che assieme a quella di Sant’ Anna è l’unica ancora in piedi.
Dove c’è una chiesa c’è sempre una moschea, infatti alle nostre spalle la vediamo subito, immancabile.
Don Fabiano dall’altare ha guardato la chiesa e i suoi affreschi con ammirazione e con gli occhi di un innamorato ha guardato tutte le chiese dove in questa settimana si sono svolte le celebrazioni.
Dopo la Messa ci dirigiamo verso Giaffa dove abbiamo fatto una gradevole passeggiata attraverso i segni zodiacali.
È una località marittima e turistica oggi inglobata nell’area urbana di Tel Aviv, infatti hanno lo stesso sindaco. Secondo la leggenda fu fondata da Jafet, figlio di Noè.
Tel Aviv è la sesta o settima città più cara al mondo. Ha circa mezzo milione di abitanti e ci vivono prevalentemente ebrei.
Tel Aviv è la parte più nuova, mentre Giaffa è la parte più vecchia.
Non risulta che Gesù sia passato da qui, ma la presenza della chiesa di San Pietro testimonia che invece Pietro è transitato da queste parti.
Partiamo per la passeggiata attraverso le vie di Giaffa e notiamo che sui muri ci sono delle formelle con i segni zodiacali.
Troviamo anche un albero piantato in aria. Il significato che l’autore dà a questa opera è che si può vivere anche senza lottare per la terra.
Arriviamo in un punto panoramico dove c’è la Porta di pietra e ci passiamo attraverso verso Tel Aviv che vediamo all’orizzonte.
Attraversiamo il ponte dei desideri dove ognuno può mettere la mano sul proprio segno zodiacale ed esprimere un desiderio.
La passeggiata si conclude alla Fontana dello zodiaco.
Ci dirigiamo verso il ristorante dove assaporiamo il nostro ultimo pranzo di cibo locale. Ci mancherà l’hummus di ceci!
I pressanti controlli all’aeroporto ci mettono un po’ di preoccupazione, ma superiamo ogni ostacolo e saliamo a bordo dell’aereo. Il nostro pellegrinaggio è terminato.
In questi giorni siamo stati fratelli cercatori di Dio.
Siamo arrivati qui con tante domande e occhi chiusi ma ora abbiamo ottenuto risposte e i nostri occhi sono aperti.
Come i Discepoli di Emmaus tornano a Gerusalemme e diffondono la notizia che il Cristo è risorto, ora tocca a noi farlo e raccontare la nostra esperienza.
Il primo ringraziamento va a don Fabiano per aver organizzato il lellegrinaggio, ma non solo per questo. È stato una guida spirituale veramente speciale e un punto di riferimento incredibile. Sempre attento ad ogni minimo bisogno, sempre pronto per qualsiasi richiesta, ma soprattutto con la sua fede pura ed entusiasta ha saputo inviarci dei messaggi e degli spunti per coltivare la nostra di fede.
Il secondo ringraziamento va a don Luigi, la sua dolcezza ce la porteremo sempre nel cuore. I suoi racconti ci hanno fatto ricordare quanto siamo fortunati e quanto bisogno c’è nel mondo di aiuto per i più fragili.
Il terzo ringraziamento va alla nostra guida e al nostro autista. Persone competenti, che ci hanno fatto conoscere la Terra Santa da un punto di vista storico, archeologico, politico e religioso. Sono stati due angeli custodi che hanno saputo proteggerci e accompagnarci in modo sicuro.
Il quarto ringraziamento va ad ognuno di noi, siamo stati un gruppo fantastico. Abbiamo saputo rispettare, essere puntuali e ascoltare come don Fabiano ci aveva chiesto di fare. Abbiamo condiviso un’esperienza meravigliosa e spesso ci siamo anche messi a nudo condividendo pezzi di noi e della nostra vita.
Ci siamo anche aiutati con scambio di medicinali o di altri oggetti perché eravamo uniti e volevamo che ognuno di noi potesse vivere nel miglior modo il Pellegrinaggio.
Ma il ringraziamento più grande va al Signore Gesù che ha chiamato ognuno di noi qui nella sua terra. Senza il suo richiamo nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.
Grazie!