Un appuntamento vissuto con uno spirito diverso, “riappropriandoci della nostra chiesa nelle tappe che segnano la vita della nostra comunità”, ha ricordato il parroco introducendo la partecipata celebrazione, nella quale come ogni anno si ritrovano i tiserotti residenti, coloro che sono rientrati ai luoghi delle proprie radici e gli affezionati del caro Santo.
La celebrazione è stata anche quest’anno contraddistinta dalle attenzioni che ormai abbiamo imparato a fare nostre con senso civico, ma ciò non ha impedito di manifestare l’attaccamento e l’affidamento a s. Rocco. Presente era anche il Sindaco Da Zanche insieme all’agente di Polizia locale con il gonfalone del Comune.
Duplice la sottolineatura al momento della predica: il nostro don ha voluto richiamare la singolare capacità di Rocco pellegrino a vivere l’annuncio del Vangelo senza chissà quali titoli religiosi o “gerarchici” e il suo dono di riconoscere le necessità dei fratelli. “Rocco ha vissuto nel pieno di un’epidemia, la preste – ha voluto ricordare don Fabiano – ma ha guardato oltre il male fisico, riconoscendo la necessità di una vicinanza umana, di cuore a coloro che stavano sperimentando il terribile male. Così anche noi, alle prese con un’altra epidemia, vorremmo imparare da s. Rocco a coltivare un’attenzione reciproca che profumi di Vangelo”.