Tiser, piccola comunità incastonata nel Parco delle Dolomiti bellunesi…segnata dalla fatica del vivere la montagna, spesso annichilita di fronte a tanti proclami di attenzione…disattenta.
Eppure sabato 24 luglio nel pomeriggio il clima è stato totalmente diverso. Un gesto, semplice ed efficace, accompagnato dalle parole del vescovo Renato rivolte alla comunità sul sagrato: “Lo faccio a nome vostro”. E bussa. E le porte della chiesa parrocchiale si riaprono, così da accogliere la comunità che da metà febbraio non si riuniva più nell’amata chiesa. Il motivo? La tempesta “Vaia” di fine ottobre 2018, che ha sfregiato il luogo di culto, le cui origini lo rendono il più antico della Conca agordina.
La comunità torna a casa, vivendo lo stupore dell’agire di Dio attraverso la bellezza. La comunità si raccoglie attorno al proprio pastore, segno efficace di comunione. Il parroco don Fabiano nel saluto iniziale ha voluto rievocare i tratti di una “passione” – quella della gente di Tiser – dalla prima edificazione trecentesca fino ad oggi. Cogliendo una singola sfumatura, non voluta e non cercata: proprio il 25 luglio di cinque anni fa, tutte le comunità sorelle di Rivamonte, Tiser, Gosaldo, Frassené e Voltago hanno iniziato a camminare insieme. Sì, un ritorno che è stato nuovo inizio.
Per riconoscersi coinvolti nell’annuncio del Vangelo nelle pieghe del quotidiano. Non è stata riaperta “solo” una chiesa dopo un restauro impegnativo…è stato ridonato il cuore ad una comunità.