“Carissimi tutti, davvero!
Ci apprestiamo ad entrare in quella che la liturgia ci indica e consegna quale “la Grande Settimana”. Meditando la passione e morte del Signore Gesù, entreremo nella gioia piena della Sua Risurrezione, cuore e fondamento della nostra fede e della nostra speranza. Sì, perché Egli è il “primogenito” che ci conduce a scoprire e a vivere in modo nuovo le parole che tante volte abbiamo ascoltato nel prefazio primo della liturgia dei defunti, accompagnando i nostri familiari, amici e parrocchiani: “la vita non è tolta, ma trasformata!”.
In modo particolare nel Triduo Pasquale…sembra passato così tanto tempo dalla Settimana Santa del 2019, quando abbiamo iniziato a percorrere in modo nuovo il modo di viverlo nelle nostre cinque comunità sorelle!
L’11 marzo scorso, dopo una settimana di ricovero, ci ha improvvisamente lasciati don Giovanni Unterberger, biblista della nostra diocesi, ma soprattutto uomo innamorato di Dio, della Parola, della Chiesa.
Ha formato generazioni e generazioni di seminaristi e futuri preti quale insegnante e soprattutto quale padre spirituale e confessore…compreso il sottoscritto. L’annuncio della conclusione del suo pellegrinaggio terreno ci ha lasciati tutti orfani, spaesati. L’ho colto, nel giorno dei funerali celebrati a Belluno, sui volti dei confratelli. Don Giovanni ha celebrato in più di un’occasione specie a Gosaldo, quando la comunità ha sperimentato la fatica e la sofferenza dell’incertezza, senza che vi fosse il volto di un futuro parroco all’orizzonte. In occasione di un Giovedì Santo, così scriveva don Giovanni in una meditazione: Dove pensi che sia, o uomo, il tuo Dio? Su di un altissimo trono, o in terra in ginocchio davanti a te, prostrato ai tuoi piedi? Sì, il Signore non può essere altro che su di un altissimo trono! Chi Infatti è degno di sedere in trono se non lui, il Signore? Ma dimmi, o uomo, come è fatto questo trono? Sai, non è fatto come i troni dei re di quaggiù, non è d’oro o di argento, e neanche di avorio. “La sera dell’ultima cena egli prese un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli (Giovanni 15,45)”. Il trono di Dio è giù nella polvere, ai piedi dell’uomo. Cristo, Dio, è un Dio in ginocchio, davanti al trono che ha fatto. Nel Giovedì Santo ci sentiremo e riconosceremo ancora una volta comunità in cammino, che spero e confido possano essere ancora capaci di generare alla vita di fede e, perché no, pure di particolare consacrazione al Signore ed alla Chiesa intera!
Non smettiamo di pregare per invocare il dono della comunione reciproca: riconoscendoci in cammino con la Chiesa italiana, diocesana, fra comunità sorelle. E’ questo ciò che sento realmente necessario per le nostre comunità del Pói: la capacità di leggerci a vicenda, di conoscere la storia delle singole parrocchie e di sentirci artefici di un nuovo passo. Alcuni tratti sono stati percorsi e solo un domani penso si sapranno riconoscere come semi preziosi, seppur ancora bisognosi di maturare. E, forse, ci si accorgerà come questi non siano stati solamente un “pallino” del prete che ha cercato di farli vivere talvolta anche spronando con un po’ di energia…
Nella grande Settimana, la Settimana Santa, il calendario celebrativo sperimenterà quelle novità che sono il segno concreto del cammino intrapreso, e richiamato anche nel bollettino pasquale di prossima uscita. E’ vero, ad esempio, come a Pasqua non vi sarà la Messa a Frassenè…ohibò…come mai? Ma lì celebreremo la Veglia pasquale, “madre” di ogni celebrazione nell’intero anno liturgico e lo faremo…insieme! Seppur con le attenzioni legate al difficile momento che continuiamo a vivere.
Vi aspetto: i ragazzi del catechismo, i chierichetti, i lettori, le famiglie, i nostri preziosi anziani che se la sentiranno di muoversi…noi tutti!
Veramente vi aspetto fiducioso, con la certezza che il sacrificio di oggi ci offrirà semi di novità e di santità.“
don Fabiano