In questo giorno, su tutto il territorio nazionale, si celebra appunto la giornata di cui sopra: nelle nostre comunità non se ne è mai parlato particolarmente, ma rimane un tratto della vita e del cammino della Chiesa. In concreto, si volge lo sguardo al senso di responsabilità dell’intera comunità cristiana affinché il proprio sacerdote possa condurre una vita dignitosa…ecco quindi alcuni “appunti” che ci permettiamo di offrirvi…buona lettura!
Le Offerte per i sacerdoti sono Offerte per il sostentamento di tutti i 34.000 preti diocesani italiani. L’espressione ”Offerte per il sostentamento del clero” risale al 1989, quando questa nuova possibilità di condivisione ecclesiale entrò in vigore.
Come nelle comunità cristiane delle origini, il sacerdote è sostenuto da tutta la comunità, in modo che possa dedicarsi totalmente all’annuncio del Vangelo e alle opere a favore dei fratelli. Ogni fedele, ogni famiglia e ogni parrocchia italiana che dona la sua Offerta ai sacerdoti non contribuisce solo alle necessità quotidiane del suo parroco. Ma a quelle di tanti altri preti, parroci in comunità più piccole e meno fortunate del nostro Paese, lontane geograficamente ma in comunione fraterna le une con le altre.
L’obiettivo delle Offerte è assicurare ai sacerdoti diocesani una remunerazione mensile, pari a circa 883 euro, che raggiungono 1.376 euro per un vescovo ai limiti della pensione.
Il sistema delle Offerte stabilisce perequazione tra i sacerdoti. Viene cioè in soccorso di quelli che non hanno neppure un reddito di partenza, come ad esempio, stipendi o pensioni da insegnante, e aiuta a stabilire condizioni di maggiore equità. Questo è possibile perché le Offerte di tutti i fedeli italiani vengono raccolte dall’Istituto Centrale
sostentamento Clero, che le distribuisce ai sacerdoti della Chiesa italiana, sia quelli in servizio attivo che quelli anziani o malati che non esercitano più il ministero, e dopo aver dedicato la propria vita ai fratelli, vivono un momento di maggiore bisogno.
Le Offerte sono una novità recente, nel panorama della Chiesa italiana. Sparita la congrua, lo ”stipendio” del prete proveniva finora solo dalla quota capitaria. Il nome suona antico, proprio perché è la fonte prima per i sacerdoti. E’ stabilito infatti che dalle offerte raccolte in chiesa, ogni sacerdote possa trattenere dalla cassa parrocchiale 0,0723 euro al mese per abitante. Ora, metà delle 25.000 parrocchie italiane sono molto popolate, e ai sacerdoti non manca il necessario. Ma l’altra metà delle parrocchie sparse nel nostro territorio peninsulare e insulare, conta in media 1.000 abitanti, e i pastori ricevono così 72,30 euro mensili, o anche meno.
Per questo vengono loro in aiuto le Offerte per i sacerdoti, provenienti da tutti i fedeli italiani. Sono dette anche Offerte deducibili, perché chi le versa può dedurle dalle tasse fino a 1.032, 91 euro ogni anno. Le Offerte sono il primo modo, diretto e raccomandato, per aiutare tutti i preti diocesani italiani, vicini e lontani. Fanno crescere la corresponsabilità dei fedeli verso i sacerdoti, ministri dei sacramenti e operatori di pace. Ma ci chiamano anche al senso di comunione verso l’unica Chiesa. I sacerdoti si offrono e si affidano con gioia a noi, ed è quindi nostro impegno provvedere con gioia a loro.
Dove vanno le Offerte raccolte in Italia?
Le Offerte versate convogliano verso un unico luogo: l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), a Roma.
Come vengono distribuite e a chi sono destinate?
Da Roma l’ICSC ripartisce le Offerte raccolte in forma di remunerazione mensile ai 34.000 sacerdoti diocesani: circa 32.000 in attività nelle 25.000 parrocchie italiane, circa 400 preti fidei donum, cioé sacerdoti diocesani in missione nei Paesi in via di sviluppo, e i restanti che per ragioni di età o di salute sono in previdenza integrativa.
Esiste tuttora una forma di sostentamento del prete locale. Perché non basta?
È la quota capitaria. Ogni sacerdote può trattenere per sé dalla cassa parrocchiale 0,0723 euro al mese per abitante. Metà delle circa 25.000 parrocchie italiane sono molto popolate, e ai sacerdoti non manca il necessario. Ma l’altra metà conta in media 1.000 abitanti, e i pastori ricevono 72,30 euro mensili, o anche meno. Per questo vengono in aiuto le Offerte per i sacerdoti da tutti gli altri fedeli italiani. Così si fa perequazione, cioè parità di mezzi e trattamento.
Perché le Offerte vanno a Roma e ogni parrocchia non provvede direttamente al suo prete?
L’Offerta è nata come strumento ecclesiale, in modo che tutti i fedeli sostenessero tutti i sacerdoti, specie quelli di parrocchie piccole o povere. L’Offerta, dal 1984, ha sostituito la congrua (stipendio assegnato dallo Stato ai preti) non solo nello spirito dell’autonomia tra Stato e Chiesa. Ma perché fosse piena la fraternità nella Chiesa. E per evitare disuguaglianze di possibilità tra parrocchie numerose e comunità più svantaggiate.
Quant’è il fabbisogno annuale della Chiesa Cattolica italiana per i sacerdoti? Quant’è il mensile di preti e Vescovi?
Il fabbisogno annuale della Chiesa per il sostentamento del clero è di 529,9 milioni di euro (anno 2018). Si tratta di assicurare ai 34mila preti diocesani un minimo di 903,52 euro netti al mese, destinato ad un sacerdote appena ordinato, che arrivano a 1.404,96 euro netti per un Vescovo ai limiti della pensione.
Perché donare l’Offerta per i sacerdoti, se c’è l’8xmille?
Le Offerte per i sacerdoti e l’8xmille sono nati insieme, con gli Accordi di revisione del Concordato nel 1984. Ma se l’8xmille è andato incontro ad una rapida diffusione, che oggi lo ha reso un mezzo ben noto per sostenere la Chiesa Cattolica, le Offerte sono uno strumento ancora poco usato, forse anche perché richiedono un contributo personale in più. Oggi le Offerte non arrivano a coprire il fabbisogno per il sostentamento del clero. E l’8xmille lo garantisce in modo determinante. Ma le Offerte sono un segno della vita ecclesiale e dell’unità dei fedeli. Per questo vale la pena promuoverle, con fiducia nella crescita di questa raccolta fraterna, che rivela il volto della Chiesa-comunione.
Perché le Offerte per i sacerdoti vengono dette anche “Offerte deducibili”?
Perché si possono dedurre dalla dichiarazione dei redditi ai fini del calcolo dell’IRPEF fino ad un massimo di 1.032,91 euro ogni anno.
Quanti sono oggi gli offerenti in Italia?
Sono circa 75.000 fedeli in tutta Italia. Non è una cifra paragonabile ai milioni di italiani che firmano l’8xmille destinandolo alla Chiesa Cattolica. Ma è il primo passo di un fronte sempre più vasto, composto da quanti vogliono crescere nella fede, esprimendo in un dono consapevole la corresponsabilità verso la Chiesa. Li riunisce la rivista trimestrale “Sovvenire”, inviata ai sacerdoti e agli offerenti.
Perchè diventare un offerente?
L’amore è concreto e comporta piccoli sacrifici. L’Offerta è un dono che costa qualcosa in più. Ma è una scelta irrinunciabile sul piano umano e della fede.
È l’affetto verso i sacerdoti che fa compiere questa scelta. È l’esempio di quanti vediamo coi nostri occhi dedicarsi agli altri, che fa la differenza. La testimonianza viva cambia la mentalità e ci rende generosi.
Quando posso fare un’Offerta per i sacerdoti?
Tutti i giorni dell’anno, e può essere ripetuta anche più volte l’anno. Ognuno offre quanto può e quanto desidera.
Con chi posso parlare nella mia diocesi per avere maggiori informazioni sul sovvenire?
Le prime fonti sono il parroco, i componenti del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e, se presenti, i referenti parrocchiali per il sovvenire, volontari impegnati nella formazione sui temi della corresponsabilità economica verso la Chiesa. Il parroco potrà mettervi in contatto anche con l’incaricato diocesano per il sovvenire.
Ricordiamo che il parroco può contattare l’incaricato diocesano per organizzare in parrocchia un incontro formativo sul sovvenire, e chiedere testi e materiali di sensibilizzazione al Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI.
Per maggiori informazioni visita il sito: www.insiemeaisacerdoti.it e la pagina Facebook www.facebook.com/insiemeaisacerdoti